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Il Cosmo li Abita

I Miei Pilastri

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Stefano Bongarzone

Tante volte nella vita mi sono chiesto quanto fosse indispensabile agli altri la mia attività di curatore dell’Immagine, e tante volte mi sono ritrovato a pensare a quella frivolezza che appariva attraverso le mie idee, i miei sogni ,il mio voler approfondire, il mio modo di comunicare. Solo da pochi anni ho potuto constatare quanto in nulla esiste l’apparenza ma solo ed esclusivamente la profondità in quanto non è un fattore di scelte nella vita, quanto è fondamentale chi svolge queste scelte. Un giro di parole che sicuramente non dichiarano con chiarezza l’appartenenza ad una prefazione di un libro che tratta di YOGA… che bella parola, che sensazione di magia, solamente ascoltandone il suono ci sentiamo depurati, certi di essere rinnovati. Eh no cari amici…troppo semplice… questa volta non vi voglio parlare di cosa realmente contiene questa seconda opera di Cinzia, perché presto vi accorgerete che una parte è dedicata alla saggistica, al manuale indispensabile per praticare e approfondire, ma quella fondamentale è stata curata per raccontare, descrivere, approfondire, con un grande senso di apertura, come una confessione, quali sono stati i rapporti che hanno influenzato la vita di Cinzia. Quante le paure durante questa scrittura che potrei definire quasi dettata, da entità che volevano che Cinzia finalmente si aprisse, ci raccontasse cosa prova anche quando a noi sembra elevata…dietro la sua parte yogica, c’è la donna Yogica, l’Anima Yogica, la passione Yogica. Un racconto privo di sbavature, sintetico e timido, ma immenso… 

Da questi racconti cari amici, possiamo veramente comprendere cosa vuol dire avere una MAESTRA, un collegamento naturale con il cielo, un dono immenso che la vita ci ha fatto. Ecco però che questo dono (che viene prodotto da un essere donante) vuole espandersi per aggregare quelle anime che ancora non hanno trovato una strada, e vuole confermare a chi la strada la sta già percorrendo che il cammino sarà intenso e lungo ma ogni tappa è fondamentale. Si, proprio in questa nuova opera, Cinzia si mette a nudo, e ci rivela le sue di tappe, da quelle dolorose a quelle gioiose ma con un unico comune denominatore, L’Amore. Quando mi concentro e penso a Cinzia, mi meraviglio delle sue possibilità di fare, di produrre, di pensare, di agire, sempre presente con tutti, pronta ad insegnare umilmente come affrontare ogni situazione, specialmente quelle dolorose. Questa premessa solo per dirvi che io conosco la fatica che Cinzia ha fatto per confessare i suoi rapporti, i fraintendimenti che ci sono stati. Quante volte alcuni capitoli erano stati estromessi e poi introdotti nuovamente, quante volte sono cambiati nomi per paura… e allora voglio dire a Cinzia…. Brava! Per il tuo coraggio e per una volta ancora pronta ad insegnarci come si affronta la vita a testa alta e l’anima piena d’Amore. Ho accettato questa volta di fare una prefazione di un libro per dire Grazie alla nostra Amica che ancora una volta sceglie di regalarci molto di se, una confessione-dichiarazione d’amore piena e immensa che mi ha lasciato a bocca aperta.

Un piccolo appunto desidero farlo a tutti coloro che in qualche modo si sentiranno coinvolti pur non essendo dichiarati, aprite il cuore e leggete con attenzione, casomai rileggete…imparare l’amore attraverso le parole di Cinzia è facile, credetemi!

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Paolo Crimaldi

In un’epoca in cui guru, santoni e maestri dai taumaturgici poteri spopolano un po’ ovunque, conoscere Cinzia, con la sua anima leggera, che non vuol dire affatto superficiale, e pop, che significa non tediosa e pesantemente erudita di nozioni vuote, è davvero un piacere, così come leggere i suoi libri. 

La nostra è una conoscenza di lunga data in cui ho potuto vedere Cinzia nella sua evoluzione da ragazza e allieva a donna e insegnante, imparando a non cadere nelle trappole del troppo facile mito del maestro, circondato da adoranti allievi, rigidi proprio come tanti altri personaggi che abbracciano credo estremisti e bloccanti lo sviluppo di qualsivoglia forma di libertà di pensiero e crescita personale. Mi sono imbattuto in troppi falsi maestri, che dietro una maschera d’imperturbabile serenità e distacco dal mondo, nascondevano spesso solo frustrazioni personali e voglia di fama, potere e ricchezza, predicando filosofie del distacco, mentre accumulavano capitali che poi magari non riuscivano a gestire perché presi da manie di grandezza che nulla avevano di spirituale, ma neppure di saggio. Sono sempre molto impressionato da chi improvvisamente lascia la propria cultura e ne abbraccia una diversa, mutando da un giorno all’altro modo di vestire, di nutrirsi, di pensare. Chiaramente capisco anche che è necessario se si vuole attuare un taglio con certe situazioni che possono far infognare la nostra Anima in comportamenti autolesionistici e fonti di dolore, ma passato il primo momento di totale affidamento al nuovo, se non subentra la fase critica di revisione e di adeguamento al proprio modo di essere, il rischio che si corre è molto alto e spesso coincide con l’identificazione in un qualcosa che allontana dalla realtà e spinge alla saccenza e al giudizio verso chi la pensa diversamente. In tutte le discipline alternative, ma non solo, ci sono falsi maestri, personaggi che sposano modi di essere completamente distanti da ciò che realmente sono, ma dai quali riescono a trarre notevoli profitti sia sul piano economico, che personale, generando però attorno se stessi circoli viziosi, energie che ristagnano e non fanno evolvere chi si fida di loro e del messaggio che veicolano. Lo Yoga non è esente da tutto ciò. Quanti guru, maestri (sia uomini che donne) mostrano un lato radioso di se stessi, amorevole verso il prossimo quando sono in pubblico, ma che basta un niente, la minima critica, il non partecipare ad un ritiro, spesso non poco costoso, che immediatamente scatta l’allontanamento del proprio allievo, il giudizio negativo. E’ il narcisismo del maestro che viene ferito, che si sente abbandonato, tradito, e piuttosto che gioire della liberta, della capacità di scelta di chi lo ha seguito fino ad un certo punto, vive la cosa come una grave mancanza, un affronto alla propria autorità. 

Chi può dire quando si può iniziare ad insegnare questa disciplina, come molte altre? Basta un diploma? Certamente no. Eppure c’è sempre una ritrosia a formare persone che a loro volta possono insegnare e trasmettere i valori dello yoga. Sono stato in India, come in molte altre parti dell’Asia, moltissime volte e anche li ho potuto avvertire molto spesso lo stesso identico modo di essere. Gli Ashram spesso sono delle vere e proprie residenze a cinque stelle, così come le regole che vengono impartite da rigidi adepti, che forti di quel piccolo potere che viene dato loro dal fatto di sedere ai piedi del Maestro, diventano crudeli esecutori di pratiche assurde e lontane dal vero scopo che dovrebbe avere la filosofia yogica, ovvero portare l’uomo alla libertà interiore e quindi alla serenità. 

Per essere Maestri non basta vestire un abito di candida mussola bianca o abbracciare un’alimentazione vegana, tutto ciò può aiutare, ma non fa maestri. Un vero Maestro credo è colui che riesce ad essere gentile con chi ha dinanzi a se, con l’allievo intelligente come con quello lento ed ossessivo, ma soprattutto non dovrebbe mai permettersi il giudizio discriminatorio. 

E’ naturale che si può essere d’accordo o meno con certi comportamenti, ma questo fa parte del proprio essere uomo, e queste opinioni, per quanto le si possono esprimere liberamente, non vanno assolutamente imposte, né tantomeno devono diventare oggetto di discriminazione verso chi non è d’accordo. 

Un Maestro deve saper lasciar andare chi vuole percorrere un'altra strada, ma anche accoglierlo quando ritorna, anche se nel frattempo questi  lo ha denigrato e insultato, perché anche questa energia distruttiva è parte del processo di crescita ed evoluzione di un individuo, e nessuno di noi ne è esente. Nessuno! Tutto questo solo per dire che seguire Cinzia è cosa molto bella proprio perché non si pone mai in modo autoritario, dogmatico, ma anzi spesso è sempre un passo indietro, pronta a fare in modo che l’altra persona possa esprimersi al meglio senza mai offuscarla con il proprio sapere e il carismatico ruolo di leader che le è proprio. Sono certo che altri saranno i libri a seguire in questo percorso d’integrazione fatto di yoga, angeli, ma soprattutto vita, semplice, pop, e sempre centrata sulla leggerezza delle cose.

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Lorenzo Marini

Se non funziona, non mi serve. 

Questo uno di quei concetti semplici, che ho sempre applicato alla vita. 

Il senso che noi occidentali abbiamo nei confronti dell’oriente è la praticità. 

Il pragmatismo è quello che ci suggerisce le scelte migliori. Funziona, quindi mi piace. 

Ovvio che c’è spazio anche per il suo opposto. Mi piace, dunque non mi interessa se funziona. 

Ma qui entriamo nel delicato campo dell’estetica. E lo lascerei volentieri. 

Torniamo a noi. E parliamo di Yoga, cioè di una disciplina della mente sul corpo, e del corpo su se stesso. 

Yoga significa unione. 

Unione tra le due unità, visto che tutto il nostro copro è diviso in due. 

Tra la parte razionale e quella emotiva, tra la parte maschile con quella femminile. 

Ma anche la cucina è una unione tra dolce e salato. 

Ma anche il tempo è una unione tra giorno e notte, tra sole e luna. 

Yoga dunque come armonia. Come espressione di volontà. Come ricerca di risultato. 

Non c’è bisogni di abbracciare una filosofia, per praticare dello Yoga. 

Basta solo ascoltare il bisogno che ti arriva da dentro. Una voce silenziosa che ti suggerisce di “stare meglio”. 

Stare meglio dentro, partendo dal fuori, cioè dal proprio corpo. 

Armonizzare la mente, partendo dalla armonia del corpo. 

Dalla sua consapevolezza. 

“Aggiogare se stesso come un cavallo disposto ad obbedire”, dicono gli antichi testi. 

Nel trono della nostra giornata non è seduto il principe della volontà, ma le scimmie dei sensi. 

Scimmie dispettose, viziate, nervose. 

Ecco, lo Yoga riversa questo ruolo, rimettendo la mente al controllo, ripetendo i gesti con sacra attenzione, con devota minuzia, con regolare intensità. 

Ci permette di essere più forti, più determinati, più semplici. 

Ci aiuta a dare ascolto ai nostri silenzi interiori, ai nostri bisogni, alle nostre armonie. 

Dei tre stadi mentali diffusi nell’umanità, troviamo la gioia (per le cose o i successi ottenuti), la tristezza o infelicità (per le cose o successi non ottenuti) e l’indifferenza, il vuoto, l’attesa. 

Nel quarto, molto poco conosciuto, ci sta la pace. Ecco, lo Yoga ci aiuta a calmare la mente, e dunque a trovare la pace. 

Senza la pace, non possiamo accedere al gradino successivo, quello sconosciuto al mondo: 

La felicità. Anzi, la scriverei con la F maiuscola. Felicità, ecco, scritto così. 

Quella profonda, quella che viene da dentro e forse dall’alto. 

Quella che il mondo ignora. 

Poiché troppo distratto dai suoni e dai rumori esteriori. 

Ecco, se funziona, mi serve. E se mi sento in armonia con me stesso, mi sento in armonia con tutto il resto. 

In attesa di trovare la Felicità. Quella vera.

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Emiliano Toso

“Ad un tratto la Vita ti trasporta in una nuova dimensione in cui puoi unire le tue più grandi passioni, Biologia e Musica, per creare qualcosa di magico per Te e per l’Umanità.”

 

MUSICA e BIOLOGIA

 

Dopo la laurea in Scienze Biologiche nel 1998, nel 2008 ho conseguito il dottorato in Biologia Umana presso l’Università di Torino con specializzazione in basi molecolari e cellulari. É iniziata così un’importante carriera scientifica che mi ha portato a lavorare per 16 anni come Associate Director responsabile del gruppo di Biologia Molecolare presso un Istituto di Ricerca Biomedica Internazionale nel set up di metodi approvati da FDA ed EMA. Accanto a questa ricerca scientifica, ho coltivato contestualmente una profonda ricerca di crescita personale nonché la mia passione per la musica e per la composizione. Nel 2013 ho stravolto la mia vita realizzando un sogno: incido il mio primo album Translational Music®. Questo album che inizialmente doveva essere un auto-regalo inizierà a diffondersi sempre più divenendo un vero e proprio progetto di integrazione tra Biologia e Musica a 432Hz. Supportato ed affiancato dal Dott. Bruce Lipton, da questo momento avrò l’onore di essere invitato in tutto il Mondo come relatore a conferenze internazionali e di tenere concerti che integrano scienza e musica. La mia attività di biologo/musicista compositore mi porterà negli anni a coinvolgere ogni anno migliaia di persone, aprendo convegni di personaggi di spicco internazionale quali Bruce Lipton, Gregg Braden, Donald Walsch, il Dott. Franco Berrino, Deepak Chopra e molti altri. Traducendo le vibrazioni universali e favorendo il benessere fisico ed emozionale, le mie composizioni sono utilizzate in centri olistici, in laboratori di ricerca scientifica quali l’istituto Marques di Barcellona, il dipartimento di Agronomia dell’Università di Padova e decine di ospedali tra cui il San Raffaele di Milano, il Policlinico Gemelli di Roma, l’Ospedale Salesi di Ancona, dove per la prima volta al mondo è stato effettuato un intervento chirurgico con il pianoforte in sala operatoria. Nel 2023 ho pubblicato il mio primo libro per Mondadori, “In Armonia” – un viaggio alla scoperta del sorprendente legame tra la musica e le nostre cellule.

Translational Music®

 

IL MIO MODO DI TRADURRE LE EMOZIONI

 

“Translational Music®” è il mio modo di tradurre le emozioni che vivo ogni giorno a livello profondo in un linguaggio più elevato: quello della Musica. La musica che compongo è dettata dagli stati emozionali che vivo e viene suonata su strumenti acustici accordati a 432Hz. Risuonando, le vibrazioni delle emozioni si diffondono attraverso un linguaggio universale fino a raggiungere altre cellule, altre persone, l’Umanità intera; l’obiettivo della mia Musica infatti è donare benessere fisico ed emozionale e ritrovare una connessione con la nostra Anima.

 

www.emilianotoso.com

 

t.me/emilianotoso432

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Remigio Cenzato

L’azione terapeutica delle Madonne di Raffaello

 

La prima indicazione sull’osservazione delle Madonne in ambito curativo fu data da Rudolf Steiner nel 1911 al dottor Felix Peipers di Monaco per i pazienti della sua clinica. In molte circostanze Rudolf Steiner ha più volte richiamato l’attenzione sull’azione benefica della visione delle Madonne di Raffaello; in tal senso è sempre indicato tenere fede alla serie originaria da egli suggerita.

Viene qui proposto un ampliamento della prima sequenza con 37 quadri rispetto alle 15 immagini iniziali in bianco e nero (non tutte opere di Raffaello) e alla sequenza di 18 immagini a colori proposta successivamente da Eva Mees Cristeller. L’intento di questa nuova proposta è quello di favorire ulteriormente l’esperienza interiore del gesto del Bambino che descrive una “stella” nel suo spostarsi nello spazio pittorico. Il Percorso ha inizio dall’avvolgente e calorica immagine della Madonna Sistina e procede attraverso nel suo sviluppo seguendo l’andamento a pentagramma, fino all’immagine conclusiva della figura umana compiuta. L’effetto terapeutico risiede e si svela nel dispiegarsi ordinato delle immagini.

 

La sequenza delle Madonne di Raffaello è rivolta alla libera fruizione da parte di chiunque desideri sperimentare l’armonia e la grazia connaturata nelle opere raffaellite. Essa però può essere proposta con beneficio anche alle persone con disagio dell’ambito

psicologico, nei casi di disturbi d’ansia, nell’irrequietezza, nella demotivazione; può divenire altresì un ausilio artistico nelle malattie dell’area psichica. La sequenza è inoltre specificamente indicata alle persone con disturbi cardiaci. La serie di immagini rappresentanti il Bambino che si muove nello spazio, sostiene l’esperienza immaginativa di chi è impegnato professionalmente nell’ambito della cura nei più diversi campi, e può quindi rientrare nella fruizione meditativa personale del terapeuta.

Per bambini molto piccoli e per le mamme in gravidanza è stata realizzata una serie specifica di 35 immagini. 

 

www.remigiocenzato.com  

www.jorembios.it

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